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Già che ci sei
>> racconto

    [three_fifth]

    Già che ci sei

    di mave

    Già che ci sei, prima di uscire, prenditi i libri.

    Finirei per aprirli in una sera annoiata, innaffiandoli di vino, e, capitando casualmente sulla terza di copertina, leggerei una dedica che m’hai fatto tu e, sono certo, sarebbe complicato da gestire.

    Già che ci sei, prima d’andare, prenditi quella camicia bianca.

    La mia, sì. Quella che indossasti dopo che abbiamo fatto l’amore per la prima volta, che vestivi solo di quella e di rimmel e che dopo tanto sapone e lavatrice, profuma – prometto – ancora di te.

    Tanto non la metterei.

    Già che ci sei, prima che vai, prenditi l’auto.

    Per ogni volta che c’abbiamo litigato dentro, e per le volte più una che abbiamo fatto pace. Che finirei per guidare ogni volta immaginandoti occupare il posto accanto al mio, trovarlo vuoto sarebbe un’immagine difficile da sostenere.

    Già che ci sei, prima che esci, pigliati il caffè.

    Tutto, sì, tutto quanto. Sì, nel mondo.

    Che per tutte le parole che c’abbiamo affogato dentro, per tutte le risate, per ogni volta che lo abbiamo bevuto dalla stessa tazzina, finirei per pensarti ogni volta che lo prendo.

    Fa’, ‘na cosa, pigliati pure le tazzine. Eh, tutte.

    Già che ci sei, prima di andartene, portati i pennelli.

    Con tutte le volte che t’ho dipinta, per ogni volta che sei stata musa, per ogni colore consumato a tentare di ritrarti, mi risulterebbe troppo arduo, ora, disegnare senza te. Le matite, sì, pure le matite. I fogli lasciali, c’ho da farci gli aeroplanini.

    Già che ci sei, portati le creme per il viso, prima che vai.

    Gli shampoo e balsamo, gli struccanti, le maschere, le creme, i trucchi. Portateli i trucchi.

    Che di trucchi ne ho abbastanza.

    E vedi che accanto alle creme ci stanno pure degli scatoloni pieni di parole, di buonanotte, prenditi pure quelli.

    Già che ci sei, prima che vai, prenditi il sonno.

    Che non c’ho voglia di dormire, se penso di svegliarmi senza te accanto.

    Il cuore, già che ci sei, prenditi il cuore.

    Che non lo userò per un bel po’, magari mai più.

    Poi, se mi serve, ti chiamo.

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    1 commento su “Già che ci sei
    >> racconto”

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