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Lista dei modi (letterari) di finire in bellezza

    Alcuni dei migliori finali della letteratura.



    – «Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.» Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald.

    – «Afferrai l’opuscolo con l’intenzione di stracciarlo ma, all’ultimo momento, mi trattenni. Facendomi orza, quasi tremando, lo aprii alla lettera H e lessi. “VON HOHENFELS, Konradin, implicato nel complotto per uccidere Hitler. GiustiziatoL’amico ritrovato di Fred Uhlman.

    – «Tutte le correzioni di Enid erano state inutili. Era testardo come il giorno in cui l’aveva incontrato. E tuttavia quando morì, dopo averlo baciato sulla fronte ed essere uscita con Denise e Gary nella tiepida notte di primavera, Enid sentì che niente poteva più uccidere la sua speranza, niente. Aveva settantacinque anni e intendeva cambiare alcune cose nella sua vita.» Le correzioni di Jonathan Franzen.

    – «Lui avrebbe detto: “Sì, pulce?” alla rovescia. Io avrei detto: “Papà?” alla rovescia, che non è così diverso da papà detto normalmente.Mi avrebbe raccontato la storia del sesto distretto, dalla voce nel barattolo fino all’inizio, da “Ti amo” a “Una volta, ma tanto tempo fa…”E saremmo stati salvi.» Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer.

    – «Correva, con gli occhi sgranati, vedendo pochissimo della terra e nulla del cielo. Era perfettamente conscio della solitudine, del silenzio, della pace, ma ancora correva, facilmente, irresistibilmente. Poi gli si parò davanti un bosco e Milton vi puntò dritto. Come entrò sotto gli alberi, questi parvero serrare e far muro e a un metro da quel muro crollò.» Una questione privata di Beppe Fenoglio.

    – «Alzai il capo. L’orizzonte era sbarrato verso il largo da un nero banco di nubi, e quella tranquilla corrente, che conduceva ai più remoti confini della terra, scorreva via fosca sotto un cielo aggrondato; e pareva conducesse entro il cuore di una tenebra immensa.» Cuore di tenebra di Joseph Conrad.

    – «Se proprio volete la verità, io non so cosa ne penso. Mi spiace averlo raccontato a tanta gente. Alla fine so soltanto che tutti quelli di cui ho parlato un po’ mi mancano. Perfino il vecchio Stradlater e il vecchio Ackley, per dire. Mi sa che mi manca pure quello scemo di Maurice. È strano. Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, poi comincia a mancarvi chiunque.» Il giovane Holden di J.D. Salinger.

    – «In cima alla strada, nella capanna, il vecchio si era riaddormentato. Dormiva ancora bocconi e il ragazzo gli sedeva accanto e lo guardava. Il vecchio sognava i leoni.» Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway.

    – «Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c’è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. La quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta.» I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

    – «Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo inventerà un esplosivo incomparabile e un altro uomo più malato ruberà tale esplosivo e si arrampicherà al centro della Terra, dove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udirà e la Terra, ritornata alla sua forma nebulosa, errerà nei cieli, priva di parassiti e di malattie.» La coscienza di Zeno di Italo Svevo.

    – «Che fare? In mezzo a sussulti di passione e smarrimenti di pena, nelle vite che ci vengono rubate e nelle ore felici, nei sogni che gridano e nelle aurore che ancora sorgeranno, non ci resta altro da fare che cominciare a diventare vivi.» Come diventare vivi – Un vademecum per lettori selvaggi di Giuseppe Montesano.

    – «Quali che siano stati i nostri conflitti e i nostri trionfi, per quanto indelebile sia il segno che questi abbiano potuto lasciare su di noi, finiscono sempre per stemperarsi come una tinta ad acquerello su un foglio di carta.» Memorie di una geisha di Arthur Golden.

    – «Fu subito portato via dalle onde e si perse, nell’oscurità e nella distanza.» Frankenstein di Mary Shelley.

    – «Tuttavia, prima di arrivare al verso finale, aveva già compreso che non sarebbe mai più uscito da quella stanza, perché era previsto che la città degli specchi (o degli specchietti) sarebbe stata spianata dal vento e bandita dalla memoria degli uomini nell’istante in cui Aureliano Babilonia avesse terminato di decifrare le pergamene, e tutto quello che vi era scritto era irripetibile da sempre e per sempre, perché le stiri condannate a cent’anni di solitudine non avevano una seconda opportunità sulla terra.» Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez.

    – «Con gli Spiriti non ebbe più da fare; ma se ne rifece con gli uomini. E di lui fu sempre detto che non c’era uomo al mondo che sapesse così bene festeggiare il Natale. Così lo stesso si dica di noi, di tutti noi e di ciascuno! E così, come Tiny Tim diceva: “Dio ci protegga tutti e ci benedica”». Canto di Natale di Charles Dickens .

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