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“Le cose di Benni”, esordio di Gianmarco Perale

    «Una storia d’amore in cui l’altro non è che la parte buia di se stessi. Straziare più coi silenzi che con le parole è il segno di un talento vero.» Walter Siti

    Il 19 gennaio è uscito in libreria Le cose di Benni, edito da Rizzoli, opera prima di Gianmarco Perale. Gianmarco è un ex allievo della Scuola di scrittura Belleville, e lo scrittore Walter Siti sarà al suo fianco nell’evento di presentazione, che si terrà in diretta sulla nostra pagina Facebook giovedì 21 gennaio.

    Mentre Milano è avvolta dal freddo, due ragazzi dividono un sacco a pelo nascosti sotto il letto e scrivono sulle doghe le canzoni di Dalla. In un angolo un pastore tedesco se ne sta accucciato a guardarli. Lui è Falco e loro sono Drago e Benni. Sono cresciuti insieme guardando il cielo in quella stanza e sono inseparabili. Ma un giorno il futuro bussa alla porta e Benni, la persona con cui Drago ha condiviso tutto, quella che pensava di conoscere più di ogni altra, e forse di amare, gli sembra all’improvviso una sconosciuta. E quando la rabbia e l’autolesionismo di lei deflagrano come una bomba, Drago è costretto a fare i conti con una realtà in cui il bene e il male, l’amore e la violenza, si confondono e si fondono senza regole. E nel momento più difficile dovrà decidere se allontanarsi da lei per salvarla. E salvare se stesso.


    > In attesa di leggerlo, ne proponiamo un estratto.

    Il campanello mi ha svegliato alle 4:00. Quando ho aperto, Benni mi ha tirato uno schiaffo fortissimo, è entrata e ha chiuso la porta.

    «Sono stanca. Lo capisci?» ha detto.
    La parte sinistra della faccia mi bruciava.
    «Devi smetterla. Basta.»
    «Mi hai fatto male.»
    Ha provato a colpirmi di nuovo, ma ho abbassato la testa. Poi ancora, e questa volta mi ha preso. Sono andato indietro e lei è venuta avanti.
    «Non sei nessuno. Lo capisci?»
    Silenzio.
    «Cosa hai detto a Yuri?» ha detto.
    «Perché?»
    «Cosa gli hai detto?»
    «Non so. Cosa ti ha detto?»
    «Dimmelo tu.»
    Eravamo a mezzo metro.
    «Gli ho detto che stai male.»
    «Perché?»
    «Perché è vero.»
    «E chi lo dice?»
    Silenzio ancora.
    «Lo dici tu? Tu, lo dici?»
    «Lo dice il tuo diario. L’ho visto.»
    «E cosa hai visto?»
    Ha alzato il braccio, e ho fatto un passo indietro. Il rubinetto della cucina gocciolava.
    «Una frase?» ha detto.
    «È una frase grossa.»
    «È una frase, e basta. L’ho scritta a caso.»
    «Non credo.»
    Di scatto è venuta avanti e mi ha tirato un calcio sullo stinco, e poi due pugni sulla testa. Ho tirato su le braccia, ma ormai mi aveva beccato sul naso.
    «Sono cose mie. È la mia vita.»
    Ho controllato se perdevo sangue. Poi ho detto:
    «Non voglio che tu ti faccia male. Okay?».
    «Sei tu che mi fai male. Lo capisci, questo?»
    «Sei tu che ti tagli i polsi. Non io.»
    Mi è arrivata una raffica di pugni e calci. Mi ha spinto ancora e ha detto: «Ce l’hai una vita?».
    Non ho risposto.
    «Non ce l’hai. Giusto?»
    Silenzio.
    «Perché sei uno sfigato. Devi farti una vita tua.»
    Era paonazza.
    «Trovati una ragazza. Scopa. Vai a troie. Lasciami stare. Ce la fai?»
    «E l’altra sera?»
    «L’altra sera cosa?»
    «A letto.»
    Si è messa a ridere.
    «Perché ridi?»
    «Cosa pensi sia successo?»
    Non ho risposto.
    «Ti ho toccato l’uccello. E quindi?»
    «Anche io ti ho toccata.»
    «Bene. E quindi?»
    Sorrideva e si guardava intorno.
    «Cosa vuoi da me?» ha detto.
    Il naso cominciava a farmi male.
    «Tu cosa vuoi?» ho detto.
    «Non voglio niente.»
    «Non credo.»
    «Te lo assicuro. Voglio che mi lasci in pace.»
    Siamo rimasti a guardarci. Poi si è girata verso la porta e ha messo la mano sulla maniglia.
    «Lasciami in pace. Okay?»
    «Perché?»
    Mi guardava e non diceva niente.
    «Non ti posso più chiamare?» ho detto.
    «No.»
    «Per sapere come stai. Posso?»
    Ha aperto la porta ed è entrato il freddo dalle scale.
    «Lasciami in pace. Ti prego.»
    Silenzio. È rimasta di spalle per qualche secondo, poi è uscita e ha chiuso la porta.

    Gianmarco Perale

    Gianmarco Perale, classe ‘88, vive tra Venezia e Milano. Ha frequentato la scuola di scrittura Belleville ed è stato allievo di Walter Siti. Il suo romanzo d’esordio Le cose di Benni (Rizzoli 2021) è stato finalista al Premio POP, al premio Severino Cesari e nella cinquina finale del Premio Flaiano Under 35. Amico mio(NN editore 2023) è il suo secondo romanzo.