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Tre racconti di Natale, scelti e commentati da Marco Rossari

    Lunedì 13 dicembre alle 19.00 Marco Rossari, scrittore e traduttore, presenterà il laboratorio Cinque lezioni sul racconto (più una) in un incontro in diretta streaming.

    In sei lezioni, cinque online e una in presenza, il laboratorio si concentrerà sul racconto come forma letteraria, sulle sue caratteristiche e sulle differenze rispetto al romanzo, soffermandosi su alcuni racconti esemplari e analizzando – nell’incontro conclusivo – i testi dei partecipanti. 

    Per introdurre il laboratorio e “santificare la narrativa breve”, Marco Rossari ha scelto e commentato tre racconti di Natale poco noti al grande pubblico. Tra il 5 dicembre 2021 e il 6 gennaio 2022, chi regala il corso “Cinque lezioni sul racconto (più una)” a un’amica o un amico riceve un regalo a sua volta.


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    Quella del racconto è un’arte sottile e variegata. C’è una storia da raccontare, ma non per forza. C’è un arco narrativo da costruire, necessario fino a un certo punto. C’è un personaggio centrale, ma si può anche mandare all’aria tutto. Il racconto è una forma mutevole, un’officina, un teatro di sperimentazione, una solida tradizione che comincia da certi passi della Bibbia, passa per la novellistica medievale e arriva fino all’ultimo volume di raccontacci dello scrittore più indie. Parabole, narrazioni, storielle. Levi, Kafka, Ortese, Carver, Buzzati: nei grandi scrittori e nelle grandi scrittrici di storie brevi si trova la storia del mondo e del pensiero. E poi c’è il Natale. Si sa, l’ha inventato Charles Dickens con il racconto perfetto, che ha subito chiuso la gara. Eppure il tema è così fecondo che in tanti hanno continuato a cimentarsi. È un periodo dell’anno in cui si fanno i conti con il passato, ci si stringe a quelli che dovrebbero essere gli affetti, si riflette sulla natura trascendente e passeggera dell’uomo. E si mangia, si dorme, si fa l’amore nel pomeriggio. Insomma, di cose ne accadono in quell’immobilità spesso coperta di neve e di silenzio.

    Ci sono diversi racconti molto belli che l’hanno descritto, eccone tre esempi.

    Uno è di Alphonse Daudet (Nîmes 1840 – Parigi 1897), giornalista e memorialista che arrivò al successo proprio con una raccolta di racconti, ossia Lettere dal mio mulino (1869). In “Le tre messe basse” Daudet racconta una vigilia singolare. Siamo nel castello di Trinquelage, sulla cima del Mont Ventoux, in Provenza. Nella cappella il reverendo Balaguère deve officiare tre messe prima di dedicarsi al cibo del banchetto natalizio e il sacrestano Garrigou – posseduto dal diavolo – lo tenta nominando una a una le leccornie che lo attendono e spingendolo a un continuo balbettio, frutto della gola e quindi del peccato. Esilarante. E di monito a non abbuffarsi durante le feste.

    L’altro è di O. Henry (Greensboro 1862 – New York 1910), maestro autodidatta del racconto e soprannominato il “Guy de Maupassant americano”, mentre era l’“O. Henry americano”. In “Il dono dei Magi”, contenuto nella raccolta The Four Million (1906), ritrae una tenerissima coppia in ambasce economiche. La ragazza è sola a casa e vorrebbe tanto regalare al marito qualcosa di bello, ma ha solo un dollaro e ottantasette centesimi. A zonzo per il quartiere, vede un parrucchiere e le viene un’idea: vendere i propri capelli e raccattare qualche soldo per trovare un regalo decente. Ma la beffa, dovuta a troppa generosità, è dietro l’angolo.

    Il terzo è di Fergus Hume (Powick 1859 – Thundersley 1932), autore oggi poco conosciuto di gialli di grandissimo successo, come Il mistero del calesse (1886). In “Il tocco del fantasma” esplora una classica situazione natalizia. Un austero castello, un gruppo di amici in gita per le feste, una camera che il padrone di casa definisce infestata dal fantasma di una donna assassinata ingiustamente tanti anni prima. Nessuno vuole passarci la notte, ma fatalmente a qualcuno toccherà farlo. Il fantasma non tarderà a manifestarsi, ma forse le cose non sono come sembrano.

    Tre racconti, come i tre spettri di Dickens, per santificare la narrativa breve.

    Marco Rossari

    È scrittore e traduttore. Tra i tanti autori tradotti: Malcolm Lowry, George Orwell, Charles Dickens, Francis Scott Fitzgerald, Percival Everett, Dave Eggers. È autore di Perso l'amore (non resta che bere)(Fernandel 2003), Invano veritas (E/O 2004), L'amore in bocca: canzoni sconce e malinconiche (Fernandel 2007), L'unicoscrittore buono è quello morto (Edizioni e/o 2012), Piccolo dizionario delle malattie letterarie (Italo Svevo 2016), Le cento vite di Nemesio (Edizioni e/o 2016) e Le bambinacce (Feltrinelli 2019), scritto a quattro mani con Veronica Raimo. Per Einaudi ha pubblicato Nel cuore della notte (2018) e L'ombra del vulcano (2023).