L’umorismo pervade la letteratura di ogni tempo e luogo, eppure sfugge alle definizioni. Far ridere è tra gli obiettivi più difficili che scrittrici e scrittori si propongano. Esistono delle regole, dei trucchi, dei principi a cui ispirarsi? Marco Rossari, scrittore e traduttore, esamina alcune delle tecniche per suscitare il riso e i generi letterari che da esse derivano: la parodia e il suo omaggio/sberleffo a modelli illustri; la satira con la sua tendenza al parossismo; la capacità – tipica della stand-up comedy – di ridere delle proprie nevrosi. Si parlerà di osservazione e ascolto, di cura della lingua e di ritmo: perché la comicità non è mai spontanea, ma deriva da una ricerca paziente e da un lavoro costante di lettura e revisione del testo.
Sommario
Per fare umorismo non bisogna sapere cos’è. Epoca, spazio, cultura. L’umorismo è ovunque: da Shakespeare a Mark Twain, da Gogol’ a Don DeLillo. Letteratura come imitazione: la parodia. La comicità del rovesciamento: Nonita di Umberto Eco. Il coraggio di ridere di sé. La satira da Jonathan Switf a David Sedaris. Laboratorio: prove di parodia. Coerenza e precisione. Il tormentone. L’umorismo come conoscenza di sé e del mondo. Scrivere è rileggere.