Un bel caso di medianità di Giancarlo Soriano è il racconto vincitore della borsa di studio per il laboratorio online “Storie mostruose” in programma dal 14 aprile al 9 giugno 2022.
«Difficile cimentarsi con un Arcano dell’horror come la seduta spiritica» scrive Loredana Lipperini, docente del corso. «Un bel caso di medianità riesce a farlo con originalità non soltanto nel contenuto, ma soprattutto nel linguaggio, apparentemente distaccato, con cui lo affronta.» L’autore ambienta la seduta spiritica in un interno borghese, soffermandosi sulla descrizione della casa e sui personaggi coinvolti nel rituale. Lo stile cronachistico e puntiglioso nel dar conto degli eventi è funzionale allo sviluppo del racconto, che in un crescendo di tensione e manifestazioni paranormali finisce col mettere in crisi le certezze del narratore trasformandolo, da osservatore razionale, in medium e custode di un segreto più profondo e inquietante.
Un bel caso di medianità
Giovedì 30 dicembre, verso le ore 18, mi reco con il mio amico, il Prof. Enrico Nola, al domicilio della Signora X (devo rispettare il suo desiderato incognito), promotrice della riunione perché bramosa di ottenere una qualche manifestazione da parte della figlia, perduta in giovanissima età. È lei a presentarci alla medium Emilia Baroni, una signora ancora giovane, esile ma dall’aspetto sano, di statura piuttosto alta, dai capelli e dagli occhi neri.
Gli altri presenti sono il generale Luigi Servadio, la signora Maria Boni, vedova, il signor Angelo Nitti, impiegato municipale, il dottor Gabriele Radice, medico, e il collega del mio amico, il Prof. Vincenzo Capozzi.
Procediamo a un’accurata ispezione della piccola casa, per accertarci che non vi sia nessuno nascosto, e poi alla chiusura di tutti gli usci, anche delle altre stanze e dell’ingresso, fissandovi con ceralacca delle strisce di carta controfirmate dal signor Nitti. La stanza delle sedute è piccola. Vi si aprono tre usci, due dei quali da noi fissati, il terzo chiuso a chiave, la quale mi viene data in consegna. Vi sono poi una finestra, un tavolino, sul quale disponiamo diversi oggetti, un divanetto e un vano naturale nel muro, eletto a spazio ideale in cui allestire il gabinetto medianico, all’interno del quale si riesce a collocare una sedia.
Visitata anche la stanza della seduta, così semplicemente ammobiliata, accendiamo una lanterna rossa e ci disponiamo intorno a un tavolo a tre gambe formando la catena.
I primi colpi comandano subito il buio: la Signora X si alza e pone due fogli di carta velina davanti alla lanterna, e torna poi al proprio posto. Al che il tavolo si agita imponendoci di cambiare l’ordine della catena. Mi trovo a guardare, quindi, gli occhi neri e vigili della medium, illuminati dalla tenue luce rossa della lanterna.
L’attesa è breve: presto i fenomeni si succedono quasi senza tregua, al punto che è difficile star dietro a tutti e ricordarli. Si odono rulli di tamburo sulle pareti, sulle porte, sui mobili. Vigorosi colpi risuonano all’interno del tavolo, del quale di lì a poco constatiamo tutti la completa levitazione dal suolo per circa mezzo metro. Il medico accusa qualche leggero contatto, prima che la Signora X getti un grido. Con voce commossa ci spiega di aver cominciato a percepire la mano della defunta figlia toccarle le braccia, il volto e le spalle. Segue il suono del campanello, accompagnato dal tamburello poggiato lì accanto sul tavolino, nel tentativo forse di intonare una canzone. Tuttavia, altro attira maggiormente la mia attenzione. Un suono sospetto, che inizialmente fatico a isolare: è come se qualcuno alle mie spalle stesse raschiando contro la parete per entrare – o uscire? – nella stanza. È un rumore incessante, ma variabile nel ritmo e nell’intensità. Nel mentre la medium dice di assistere all’apparizione di un defunto dottore, di cui ci viene fornita una sommaria descrizione. Questa entità dimostra la sua competenza medica, dapprima ordinando alcune pillole per la signora Maria, che scopriamo essere indisposta, successivamente intrattenendo una discussione professionale con il dottor Radice, il quale ci assicura di aver parlato con un esperto. La mia attenzione viene nuovamente catturata dallo strano rumore, ora più vicino, ma sento comunque il mio amico chiedere all’entità di materializzare un pollice e di premerlo prima sul cuscinetto sporco d’inchiostro, poi sulla carta. L’esperimento fallisce: l’entità sostiene di non averne la forza.
La medium non parla più: è in uno stato di trance profonda e, dal momento che ci pare esausta, decidiamo di concederle un breve riposo.
Valutiamo di terminare la seduta, ma la signora Emilia tornata tra noi insiste di voler continuare e ricade in trance, in piena luce, mentre tiene in bocca la sigaretta ancora accesa.
Si alternano per incorporazione varie entità, ai due spiritisti già note da precedenti sedute: Miriam, la vergine violata di cui occorre riconoscere le poche parole tra i lamenti inconsolabili, Ihsan, lo scriba che ha in altre occasioni dato prova di scrittura geroglifica, Alan Bender, un giovane inglese e burlone che ha prestato servizio come cameriere. Dicono cose di lieve interesse, mentre io continuo a sentire quel raschio sinistro e crescente e la Signora X giura di percepire ancora la mano della defunta figlia.
Subentra però un’entità nuova e ignota, dalla voce cavernosa e terribile, chiedendo il buio assoluto. Al che ci opponiamo, ma la medium si agita, si dibatte, si contorce e tenta di svincolarsi da noi dirigendosi verso la lanterna rossa. Il Prof. Capozzi tenta di trattenerla e il mio amico suggerisce di illuminare la stanza. All’accensione delle luci, la medium corre a rifugiarsi nel gabinetto, dove si verifica una seconda colluttazione con il Prof. Capozzi, che riesce però a calmarla e a ricondurla nella stanza. La trance accenna ad affievolirsi e la medium si stende sul divano. Per favorirne il riposo, decidiamo di attenuare la luce lasciando accesa la lanterna rossa e una lampadina bianca. In uno stato di semicoscienza la signora Emilia si erge però lentamente ed esclama: “Ora farò da me” e subito ci troviamo immersi nel buio.
Apriamo all’istante le imposte e la finestra, da cui penetrano l’aria e la luce della strada, illuminiamo la stanza adiacente, dal momento che nella presente le lampadine sono tutte fulminate, e accendiamo anche qualche stearica. Finalmente la medium si desta.
Non sono impressionato. So per esperienza che troveremo una spiegazione plausibile a tutti i fenomeni occorsi durante la seduta. Rimasto però solo nella mia camera, noto che l’orribile raschio non mi ha abbandonato e scopro, spogliandomi, che il mio corpo è costellato e attraversato da scritte, terribili versetti biblici tracciati con l’inchiostro di anilina.
“Urleranno le iene nei loro palazzi, gli sciacalli nei loro edifici lussuosi” riconosco in quella ragnatela di lettere, e non mi occorre leggere oltre. Ho già inteso.