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Scrittrici fantastiche e dove trovarle
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29 racconti scritti da donne e scelti dai due curatori Jeff e Ann VanderMeer «per mappare la ricchezza della narrativa femminista del passato e del presente». È l’antologia “Le visionarie” – titolo originale “Sisters of revolution”, PM Press, 2015, USA – uscita in Italia il 17 febbraio nella collana NOT di Nero editore, con Claudia Durastanti e Veronica Raimo come coordinatrici.
I racconti – quasi tutti già usciti in altre antologie o riviste – appartengono alla cosiddetta speculative fiction, espressione che definisce la narrativa percorsa da elementi futuribili, horror, weird, distopici, ucronici, sovrannaturali, insomma fantastici. Per quanto uno dei capostipiti della letteratura fantastica sia Frankenstein di Mary Shelley, le donne sono state per lo più ignorate dagli studi e dalle antologie dedicate alla letteratura di genere. Il primo merito di questa antologia è, quindi, quello di fare giustizia, affermando il diritto di queste scrittrici a essere pubblicate e lette, un diritto che in quanto tale può essere definito «femminista».
Il proposito Ann e Jeff VanderMeer è esplicitato nella nota introduttiva: “Vogliamo che il dibattito e le critiche attorno a Le visionarie diventino un mezzo per rendere visibile ciò che è invisibile, e continueremo a usare le nostre antologie per mappare la ricchezza della narrativa femminista del passato e del presente. Questa antologia, dunque, è solo l’inizio di una serie di nuove esplorazioni, il primo capitolo di un progetto più ampio e ancora più variegato e ricco. In un mondo perfetto, Le visionarie verrebbe accompagnato da altri volumi, ciascuno curato da un interlocutore diverso e con un taglio radicalmente alternativo, in modo da restituire ogni volta una visione singolare su approccio, punto di vista e ciò che si intende per qualità letteraria”.
Ann e Jeff VanderMeer sono moglie e marito. Lei è l’editrice del pulp magazine “Weird Tales”, lui un famoso scrittore, giornalista, traduttore, insegnante, capofila del cosiddetto New Weird, un sottogenere della narrativa fantastica, e autore della trilogia dell’Area X, pubblicata da Einaudi, di cui è stato tratto il film Annientamento, Annihilation, visibile su Netflix a partire dal 12 marzo.
Come già per l’Area X, anche l’edizione italiana di “Le visionarie” ha una veste grafica fuori dal comune, molto migliore di quella originale. Il formato è quello di una Garzantina e la copertina è minimale, tipografica, con titolo, autrici e curatori stampati su una sovraccoperta in pvc trasparente a dare un effetto moderno se non addirittura futuristico, ma con un chiaro richiamo all’editoria di genere degli anni Cinquanta e Sessanta.
Tra le autrici-visionarie selezionate ci sono:
Ursula K. Le Guin, morta il 22 gennaio scorso, con il racconto “SUR”, la cronaca di una spedizione nell’Antartico, guidata da un gruppo di avventuriere.
Anne Richter con “Il sonno delle piante” dove una donna si trasforma in una pianta – 50 anni esatti prima della pubblicazione de “La vegetariana” di Han Kang.
Octavia Butler con “La sera, il giorno e la notte” dove inventa una patologia non attestate e la sfrutta per indagare le modalità attraverso le quali la società affronta problematiche relative alla malattia e alla stigmatizzazione.
Vandana Singh con “La donna che si credeva un pianeta” dove racconta i cambiamenti di una relazione e la messa in discussione di un matrimonio.
Pat Murphy che indaga “l’amore e il sesso tra gli invertebrati” dove esplora la sessualità e i ruoli di genere nel regno animale, e la loro riflessione sugli esseri umani.
Leonora Carrington con “Le mie mutandine di flanella”, un racconto sulla marginalizzazione, da una parte, delle donne creative e sulla loro sadica messa in mostra in altri contesti: “Migliaia di persona sanno delle mie mutandine di flanella, e sebbene questo possa sembrare provocante, non lo è affatto. Sono una santa”.
Angela Carter con “L’ascia omicida di Fall River” sulla figura di Lizzie Borden, una donna passata alla storia come una sanguinaria omicida che, invece, probabilmente aveva le sue buone ragioni.
A questo esercito di autrici corrisponde una squadra di traduttrici tra le quali si possono citare, oltre alle coordinatrici italiane, Nicoletta Vallorani, Emmanuela Carbé, Lorenza Pieri, Francesca Matteoni e Silvia Costantino.
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