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Guadalupe Nettel
>> Bestiario sentimentale

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    Bestiario sentimentale Copertina

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    Guadalupe Nettel

    >> Bestiario sentimentale

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    Bestiario sentimentale è il terzo libro uscito in Italia della scrittrice messicana Guadalupe Nettel, dopo Il corpo in cui sono nata e Quando finisce l’inverno, entrambi pubblicati nei Coralli Einaudi. In questa raccolta di cinque racconti di una ventina di pagine ciascuno, la vita degli animali si specchia in quella degli esseri umani, in modo che qualcosa appaia di entrambe. L’occhio di Guadalupe Nettel, come già quello del suo maestro Julio Cortázar, si posa sugli animali perché quello degli animali si posi su di noi, come fa in Animalia il misterioso casuario, uno struzzo africano, che fissa l’osservatore “in modo così duro e continuo che è quasi come se ci stesse inventando”.

    Nel primo racconto – La vita matrimoniale dei pesci rossi – l’esistenza di due Betta splendens, pesci rossi combattenti, si riflette nel rapporto agli sgoccioli tra una giovane madre e il suo compagno; la consapevolezza, prima indistinta come quando si cerca di guardare cosa contenga un acquario con l’acqua mossa, si fa sempre più chiara e tragica.

    In Guerra dell’immondizia, un professore di biologia specializzato in insetti che ha l’abitudine di sedersi negli angoli delle aule dove tiene lezione e di camminare rasente i muri per strada, racconta com’è nato, si è sviluppato e ha preso forza il suo rapporto empatico con gli scarafaggi, protagonisti di momenti cruciali della sua infanzia.

    Felina è il racconto di due gravidanze parallele e inaspettate, quella di una giovane donna e quella di una giovane gatta, ma anche una miniera di pensieri sulla maternità e sui confini della volontà umana.

    Funghi e La vipera di Pechino parlano di amore e passione, e dei misteri di cui spesso sono circondati.

    Nettel è “una scrittrice dell’anomalia”, come ha scritto Andrea Bajani su il manifesto, perché la chiave dei suoi racconti è sempre quella che il dizionario Treccani definisce “irregolarità, difformità dalla regola generale, o da una struttura, da un tipo che si considera normale”. Già dalle prime battute di ogni storia è evidente che qualcosa non va: il racconto si svolge mettendolo a fuoco piano piano senza fretta, ma con un incedere fermo e straniante.

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    Scuola di scrittura Belleville