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Lista dei consigli di lettura per scrittori di racconti, di Federico Baccomo

    Federico Baccomo
    Nella foto: Federico Baccomo (credits: Rossella Rasuolo)

    Nella settimana in cui celebra il suo terzo compleanno e il suo decimillesimo racconto, TYPEE inaugura un nuovo spazio: Lo scrittore che legge. Ogni mese un docente della Scuola Belleville animerà la piattaforma commentando i racconti, dando consigli agli utenti e incontrando gli utenti in videochat. Il primo “scrittore che legge” è lo scrittore e sceneggiatore Federico Baccomo.

    Lo scrittore che legge comincia il 2 maggio alle 18:30, con un incontro in diretta streaming su BellevilleOnline durante il quale Federico parlerà della difficoltà di esordire e di come migliorare la propria scrittura, rispondendo alle domande dei partecipanti. Prenotazioni: https://bit.ly/3eY9FTx

    Per gli utenti di TYPEE, Federico ha scritto una lista di consigli di lettura di racconti memorabili.

    Consigli di lettura per scrittori di racconti

    di Federico Baccomo

    I racconti, molto più dei romanzi, possono permettersi di giocare con la forma. La brevità consente sperimentazioni, giochi, sfide, che, nella vastità richiesta dal romanzo, finiscono per schiantarsi con le esigenze di ordine, di coerenza, di solidità che quest’ultimo richiede. Ecco una manciata di racconti, alcuni famosi, altri meno, che hanno provato a spingersi in territori inusuali, sperimentando le possibilità offerte dalla parola scritta.

    C’è una parte dei libri che nessuno legge mai: l’indice, quello messo alla fine, in ordine alfabetico, che per ogni argomento trattato rimanda alla relativa pagina. E se di un tomo di 800 pagine andasse perso tutto tranne l’indice? È quello che si è immaginato Ballard, costruendo uno strabiliante racconto composto solo dall’indice di una vastissima opera perduta.

    Tutto può diventare racconto, persino la lettera di risposta di un impiegato di un’azienda al reclamo di un cliente deluso che pretende un rimborso.

    I commenti sotto al post di un blog: quasi sempre una sequela di scemenze di gente che non si fa alcun problema a esprimere un’opinione non richiesta. Ma se il post in questione apparisse sul blog di Dio in persona?

    Per un racconto può essere sufficiente una sola lunga frase, un po’ poesia, un po’ prosa, che metta insieme tutte le buone, buone tra virgolette, raccomandazioni di una madre a una figlia.

    Otto eventi in una frase di 60 parole. C’è bisogno di aggiungere altro?

    Cosa distingue un racconto da un romanzo? La quantità di pagine? No, forse no, ed ecco allora cento (e più) romanzi per ciascuno dei quali sono sufficienti due pagine.

    • Pascal Chatterjee – Annie69 is typing…

    Una normale chat su WhatsApp si trasforma in un racconto horror sull’identità.

    La fine di un amore non è materia di grande originalità. Ma se quella fine fosse raccontata attraverso il punto di vista di un pesce rosse immerso nell’acqua via via più fosca della sua boccia?

    L’inizio di un amore non è materia di grande originalità. Ma se quell’inizio fosse raccontato attraverso la voce del preservativo che un giorno (il più lontano possibile spera lui) sarà chiamato ai suoi doveri?

    Anche un’intervista può diventare un racconto, soprattutto se a condurla è lo sguardo lucido e folle di uno scrittore che non conosce gabbie per la sua scrittura.

    • Margaret Atwood – Lieti Fini

    L’incipit, lo svolgimento, il finale. Margaret Atwood scrive un racconto come se si insegnasse a scrivere un racconto, come se si riflettesse su che cosa sia scrivere un racconto, come se, tra mille idee, si dovesse scegliere quella giusta per un racconto, sapendo che alla fine, comunque la si giri, l’esito è lo stesso. Ma niente spoiler.

    • Roger Zelazny – 24 vedute del monte Fuji, di Hokusai

    Tutti abbiamo in mente le celebri vedute del monte Fuji realizzate da Hokusai in un tempo che sembra appartenere al mito. Prenderle, mescolarle, e usarle una dopo l’altra come fondali di una storia di pellegrinaggio di una vedova alla ricerca del marito morto e trasfigurato in una potentissima entità digitale è faccenda di fantascienza ma di letteratura.

    • Lo Sgargabonzi – Face Death

    La bacheca di Facebook può essere un’ottima cornice per un racconto, persino quando si tratta di mettere in scena lo spettacolo moderno del lutto social.

    Che c’è di più noioso di un manuale di istruzioni? Che c’è di più appassionante di un manuale di istruzioni?

    Anche una ricetta può diventare narrativa se affidata al genio creativo di un comico.

    Federico Baccomo

    È nato a Milano nel 1978. Ha lasciato la professione di avvocato per dedicarsi alla scrittura. Ha esordito nel 2009 con Studio illegale (Marsilio), da cui è stato tratto un film con Fabio Volo ed Ennio Fantastichini. Nel 2011 ha pubblicato il secondo romanzo, La gente che sta bene (Marsilio), anch’esso diventato un film, con Claudio Bisio e Margherita Buy. Sono seguiti numerosi altri romanzi, tra cui Ma tu sei felice? (Solferino 2019), portato a teatro da Claudio Bisio e Gigio Alberti, Che cosa c'è da ridere (Mondadori 2021), in corso di adattamento per il cinema e Sull'isola (Mondadori 2023). Alla scrittura di libri, affianca l'attività di sceneggiatore di film e serie televisive (tra gli ultimi lavori, Call my agent – Italia, per la quale ha vinto il Nastro d’Argento per la migliore sceneggiatura) e di autore televisivo (tra le ultime esperienze, Danza con me, con Roberto Bolle, e Via dei matti Numero 0, con Stefano Bollani). Collabora con quotidiani e riviste e tiene corsi e laboratori di scrittura creativa.