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Il vincitore della borsa di “Laboratorio di poesia attiva”


    PREMESSA GENERALE. Ho scelto, quest’anno, di scaraventare chi intendesse partecipare alla borsa di studio nel girone estremo della nostra tradizione. Per cinismo? Per cattiveria? No. L’ho fatto perché la poesia è GIOCARE CON LE PAROLE, e la forma metrica più estrema che da Petrarca in poi tormenta i poeti è una grande occasione per farlo. Intendo dire che il solo cimentarsi con la “terribile” Sestina canzone non è – qua, forse, la chiave di tutto – la tensione verso il raggiungimento di un esito tecnicamente perfetto – ma un modo concreto, “attivo”, appunto, per imparare quanto la tradizione ci doni: per poi “tradirla”, per poi evaderne – avendo acquisito più strumenti possibile – davvero LIBERI DI ESPRIMERCI CON CONSAPEVOLEZZA… Faccio un esempio. Rosaria Mauriello (Senza titolo) ha scritto una sestina che, complessivamente, non si distingue. Ma all’interno della sua Sestina ci sono alcuni versi davvero molto, molto belli. Li avrebbe “trovati” senza sottoporsi alla “tortura cinese” del “sudoku” poetico (come lo ha, simpaticamente, definito Giuseppina Biondo)?


    RISULTATI. Devo complimentarmi con tutti, davvero tutti, per l’impegno e gli esiti MAI SCADENTI, pur in una prova così difficile. Nessuno dei componimenti che ho letto era “completamente” da scartare. Certo, errori a gogò. Ma si trattava, appunto, di quanto di più difficile potessi chiedere, e ho chiesto. Dovendo scegliere (compito non facile), ho selezionato quattro finalisti:


    FEDERICO PACCIANI (Incontro),
    FRANCESCO FERRONE (29 settembre),
    GIULIO PISTOLESI (Confessioni di un pornomaniaco) e
    MARTA BARATTIA (Viaggio minimo)


    Scelgo come vincitore GIULIO PISTOLESI per l’ironia e l’assoluta disinvoltura nel trattare un tema leggero, anche provocatorio, con la “camicia di forza” imposta.
    Segnalo per la capacità di “muoversi a serpentina” e con leggerezza nell’eterno tema della percezione del tempo FRANCESCO FERRONE e FEDERICO PACCIANI per “l’esito a sorpresa” del suo brioso lavoro. MARTA BARATTIA si è mostrata, sul piano tecnico, la più rispettosa delle complesse regole.

    Ancora, un complimento sentito a tutti e un abbraccio a Giuseppe Pipino, per la sua lettera, che ho compreso e apprezzato, e per la sua (malgrado non fosse una sestina) bella poesia!

    Vamos!
    Aldo Nove


    Confessioni di pornomaniaco, di Giulio Pistolesi

    La prima volta che incontrai il dio Porno
    fu un tardo pomeriggio, dopo scuola,
    quando, rimasto finalmente solo
    col computer dei miei e la paura
    dei secoli, cedetti a quella voglia
    che già sbraitava donne-sesso-tette;

    digitai dunque in fretta Belen tette,
    che in senso stretto non è neanche porno,
    ma – per adesso – bastava alla voglia:
    e fu Google Immagini la scuola
    del mio piacere. Troppa la paura
    di andare oltre, e quindi guardai solo.

    Più grande sei e più rimani solo,
    più grande sei e meno Belen tette
    può soddisfarti; un giorno la paura
    non fu svelta abbastanza, e il sito porno
    che Arturo G. propagandava a scuola
    cercai sulla tastiera ebbra di voglia.

    Come la sigaretta che la voglia
    non placa, ma al vizioso dona solo
    maggiore voluttà – diceva a scuola
    la predica dei prof – così le tette
    furono l’antipasto, e presto il porno
    più non conobbe traccia di paura;

    ma quando al gusto togli la paura,
    è dura legge, cala anche la voglia:
    che tanto più mi assuefaceva il porno
    e tanto meno bastava da solo.
    E più di mille scintillanti tette
    finte, bramavo quelle della scuola,

    bramavo quelle che spiavo a scuola
    sotto i maglioni mentre la paura
    rinfocolava; e quando vere tette
    trovai a placare la mia vera voglia,
    compresi quanto triste e quanto solo
    fossi nell’aspra servitù del porno.

    Ma ancora oggi, che tette e paura
    sono ormai solo un ricordo di scuola,
    tu ancora plasmi la mia voglia, o Porno.

    Aldo Nove
    Aldo Nove

    È nato nel 1967 a Viggiù. Il suo primo libro Woobinda è stato pubblicato nel 1996 da Castelvecchi (Ora Il Saggiatore 2024). Un suo racconto è apparso nell'antologia Gioventù cannibale. Einaudi (Stile libero) ha pubblicato le opere in prosa: Puerto Plata Market (1997), Superwoobinda (1998), Amore mio infinito (2000), La più grande balena morta della Lombardia (2004), Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese… (2006) e La vita oscena (2010). Nella Collezione di Poesia Einaudi: Nella galassia oggi come oggi. Covers (2001), composta insieme a Raul Montanari e Tiziano Scarpa, Maria (2007), A schemi di costellazioni (2010), Addio mio Novecento (2014) e Poemetti della sera (2020). Il più ampio volume di poesia della sua opera Fuoco su Babilonia! è stato pubblicato nel 2023 dall’editore Crocetti. Sonetti del giorno di quarzoè il suo ultimo libro di poesie (Collezione di Poesia, Einaudi). Le sue opere in prosa sono in corso di ripubblicazione per Il Saggiatore, per il quale è appena uscito il nuovo non-romanzo: Pulsar(2024).