Vai al contenuto

I commenti di Federico Baccomo ai racconti di TYPEE, 29 maggio – 5 giugno 2020

    Lo scrittore che legge, Baccomo

    [three_fifth]

     

    I commenti di Federico Baccomo ai racconti di TYPEE

     

    Dopo avere celebrato il suo terzo compleanno e il suo decimillesimo racconto, TYPEE inaugura un nuovo spazio: Lo scrittore che leggeOgni mese un docente della Scuola Belleville animerà la piattaforma commentando i racconti, dando consigli di scrittura e incontrando gli utenti in videochat. Il primo “scrittore che legge” è lo scrittore e sceneggiatore Federico Baccomo.

     

    Il 2 maggio, in diretta su BellevilleOnline, Federico ha raccontato cos’è Lo scrittore che legge e ha risposto alle domande degli utenti di TYPEE su racconto, stile ed esordio letterario. L’incontro intero si può rivedere su Free BellevilleOnline: https://bit.ly/3cOuhw8

     

    I commenti della settimana | 29 maggio – 5 giugno 2020

     

    Superare le paure, perlomeno affrontarle, è uno dei principali elementi narrativi. Così, a far mente locale, non mi viene in mente una sola storia che non abbia a che fare con il superamento di una paura. Per questo…
    [continua a leggere su TYPEE.it]

     

    La poesia è la forma letteraria che più di ogni altra si appoggia alla lingua. E la lingua si informa con il mondo che, quella lingua, la parla. Per questo faccio un po’ di fatica a entrare in una poesia che vive di riferimenti così distanti da noi. In questo senso, pur sentendoci una certa genuinità, la sensazione è un po’ quella di leggere un pezzo tradotto. Ma in fondo chi lo dice che… [continua a leggere su TYPEE.it]

     

    È bello lo scenario, è bella la nostalgia, soprattutto è bella la lingua “ignorante” (in Italia si scrive spesso così bene che quando mi capita di leggere le lettere o i diari di mia nonna, che non aveva nemmeno la quinta elementare, mi sembra finalmente di leggere qualcosa di vero). Però… [continua a leggere su TYPEE.it]

     

    La frase finale regala un gran significato al testo. Ma si potrebbe anche farne a meno, cercando di dare forza al testo in sé. La storia raccontata ha tutta l’intensità di cui abbiamo bisogno (e se vogliamo parlare in termini teorici, ha tutti i conflitti che possiamo desiderare), è su questa intensità che dobbiamo lavorare, tirando fuori i personaggi, la lingua. Se riusciamo a farlo, potremo evitare di… [continua a leggere su TYPEE.it]

     

    Più che un racconto mi sembra l’estratto di un romanzo, che può essere un difetto per un racconto ma un ottimo sprone per dare aria all’idea. Di questo testo mi colpisce positivamente la lingua scelta, mi sembra di vederci ricerca e riscrittura, a dimostrazione che…
    [continua a leggere su TYPEE.it]

     

    Ho un po’ la sensazione di un eccesso: lo stile, la trama, i dettagli, tutto grida disperatamente noir, maledizione, À bout de souffle. Il problema è che tutto questo è già stato fatto, la prostituta furba e spietata, la canaglia che muore male, Marsiglia, tutto questo ha già…
    [continua a leggere su TYPEE.it]

     

    Genere difficilissimo quello della letteratura erotica, nove volte su dieci ne vien fuori qualcosa di goffo (tanto che in Inghilterra danno un premio alla peggior scena erotica, un anno ha vinto perfino Erri de Luca). Questo non è un racconto erotico ma tutto gira intorno a un incontro sessuale, purtroppo molto frettoloso nello svolgimento, una precocità letteraria che finisce per raccontare poco dei due punti di vista in contrasto. Proprio questo contrasto mi sembra che resti un po’ liquidato dietro alla frase “Voleva solo scopare”. In un passaggio fondamentale viene…
    [continua a leggere su TYPEE.it]

     

    Il racconto ha spunti e immagini interessanti, raccontati con una lingua che, pur con qualche incrinatura, si tiene all’altezza del tema. Tuttavia, c’è qualcosa che alle mie orecchie stona: un’ambiguità nel rapporto tra nonno e nipote che temo non sia voluta. Si dice che gli occhi di lui “mi guardavano come nessuno mi aveva guardato mai: una donna, la sua complice. Tutti dicevano che avesse un debole per me; quando fu ricoverato dicevano che mandavo in tilt…
    [continua a leggere su TYPEE.it]

     

     

    ___

     

    Federico Baccomo è nato a Milano nel 1978. È autore di diversi romanzi, tra cui Studio illegale e La gente che sta bene, da cui sono stati tratti gli omonimi film. Il suo ultimo romanzo, Ma tu sei felice?, è uscito nel 2019 edito da Solferino.
    Scrive soggetti e sceneggiature per il cinema e la televisione (tra gli altri, ha lavorato con Claudio Bisio, Checco Zalone e Adriano Celentano). Scrive articoli e racconti per giornali e riviste.
    È un docente alla Scuola di scrittura Belleville.

     

     

     

     

     

     

     

    [/three_fifth]

     

     

     

     

    Tag:
    Federico Baccomo

    È nato a Milano nel 1978. Ha lasciato la professione di avvocato per dedicarsi alla scrittura. Ha esordito nel 2009 con Studio illegale (Marsilio), da cui è stato tratto un film con Fabio Volo ed Ennio Fantastichini. Nel 2011 ha pubblicato il secondo romanzo, La gente che sta bene (Marsilio), anch’esso diventato un film, con Claudio Bisio e Margherita Buy. Sono seguiti numerosi altri romanzi, tra cui Ma tu sei felice? (Solferino 2019), portato a teatro da Claudio Bisio e Gigio Alberti, Che cosa c'è da ridere (Mondadori 2021), in corso di adattamento per il cinema e Sull'isola (Mondadori 2023). Alla scrittura di libri, affianca l'attività di sceneggiatore di film e serie televisive (tra gli ultimi lavori, Call my agent – Italia, per la quale ha vinto il Nastro d’Argento per la migliore sceneggiatura) e di autore televisivo (tra le ultime esperienze, Danza con me, con Roberto Bolle, e Via dei matti Numero 0, con Stefano Bollani). Collabora con quotidiani e riviste e tiene corsi e laboratori di scrittura creativa.