Francesco Targhetta, scrittore e poeta italiano, dall’8 al 29 ottobre sarà il “Poeta che legge” su TYPEE: ogni appuntamento video, della durata di cinque minuti, sarà dedicato alla lettura e al commento di tre poesie, sulle quali Targhetta offrirà consigli, suggerimenti, spunti e approfondimenti di lettura.
Come introduzione, due poesie inedite.
1. Vito
Vito evita la vita da una vita:
gli mette ansia, come tutto il resto,
e per riuscire a viverla non resta
che un suo incondizionato disinnesco.
È figlio del suo tempo come esempio
di svuotamento:
è il prototipo dell’anedonico,
l’automa-tipo in un dagherrotipo,
ma ogni giorno si esercita nel plagio
di un uomo che si trova
a proprio agio nel mondo.
L’amore non è che inadeguatezza:
solo a celarlo si sente all’altezza
di chi con piena ragione lo ignora,
e dunque spera di non provare altro
che quella forma di tedio febbrile
minacciata a ogni ora su ogni fronte.
Si può dirlo perciò inoffensivo?
Il suo nome è la vita al maschile,
così porta scritto in fronte l’equivoco.
2. (Non essere in grado di accettare) la brutalità del mondo
I video dei profughi, degli incidenti,
dell’estrema indigenza e delle esecuzioni,
rifiuta di vederli, clicca altrove,
sa che non riesce a tollerarne il dolore,
e delle notizie bastano i titoli.
C’è la possibilità
che si riveli trattarsi
solo di meschinità.
La considera, con scarsi
strascichi:
nella vita ha ben appreso
ad autodifendersi.
A ripararsi dal male altrui, certo,
si rimane di tutto poco pratici,
bambini incanutiti senza accorgersene,
nella parte di mondo fortunata
dove latitano gli accadimenti.
Quando affiorano ricordi infelici
schiocca la lingua sul muro dei denti.