Le categorie che Foster propone sono semplici e fondamentali, e insieme sommamente precise: "storia", "persone", "intreccio", "fantasia", "profezia", "modello e ritmo". Spiando gli scrittori al lavoro, Forster porta alla luce analogie inattese tra i procedimenti di Richardson e di James, di Dickens e di Welles, di Sterne e della Woolf. E al lettore regala preziose intuizioni: come quando individua la prerogativa dell'autore nel conoscere «la vita nascosta» delle sue creature – privilegio che quasi mai è concesso nel mondo reale – o quando teorizza, in largo anticipo sui tempi, la natura aperta del romanzo: «L'espansione: ecco l'idea a cui i romanzieri devono rifarsi, non la completezza».
Libro di culto per generazioni di narratori, questo piccolo capolavoro incarna tutta la sapienza critica e l'intelligenza di una delle grandi voci del Novecento.