Taccuino è un ciclo di incontri organizzato dalla libreria Verso di Milano e dedicato alle studentesse e agli studenti di scuole, corsi e laboratori di scrittura.
Abbiamo chiesto a Marco Amerighi – dal maggio di quest’anno direttore della libreria – di raccontarci come funziona e qual è lo spirito di Taccuino.
1. Com’è nata l’idea di organizzare degli incontri con autori stranieri riservati agli allievi e alle allieve dei corsi di scrittura?
Insegno scrittura da diversi anni e ogni volta che inizio un corso faccio agli alunni e alle alunne due domande: cosa leggono e se frequentano le librerie. Alla seconda mi sento dare sempre la stessa risposta: no. Perché? Perché comprano i libri su internet, magari in versione ebook, o fanno rapide incursioni nelle librerie di catena nei pressi di stazioni o aeroporti, giusto per acquistare il titolo che stavano cercando. Ma un libro non è soltanto un oggetto, è un lungo percorso che l’autore (e l’editore) intraprendono, spesso pieno di dubbi e difficoltà, gli stessi dubbi e difficoltà che agitano chi inizia a scrivere. E allora, mi sono detto, perché non fare in modo che gli studenti possano chiedere ai migliori scrittori o scrittrici del panorama internazionale a quali tecniche ricorrono quando affrontano una pagina, come hanno superato gli intoppi, a cosa pensano mentre scrivono?
2. Quanto dura il singolo incontro e come vi si accede?
Per partecipare a Taccuino è necessario acquistare un libro dell’autrice o dell’autore (non necessariamente l’ultimo) presso Verso e prenotarsi all’email eventi@libreriaverso.com; la prenotazione comprende un drink omaggio, offerto dalla libreria. La durata prevista dell’incontro è di mezz’ora, in cui gli studenti e le studentesse potranno fare agli autori e alle autrici di Taccuino tutte le domande che vorranno. A tradurre ci penseranno altri studenti e studentesse, quelli della Scuola civica per interpreti e traduttori Altiero Spinelli; in un incontro, quindi, interamente condotto dagli studenti per gli studenti.
3. Il primo appuntamento è stato a settembre con la scrittrice messicana Guadalupe Nettel. Che impressioni ne hai riportato?
È un evento di cui ci ricorderemo a lungo, intimo, divertente e profondo, in cui i ragazzi e le ragazze sono arrivati con la giusta dose di intraprendenza e curiosità. Mi ha colpito vedere uno studente che, non ancora pienamente soddisfatto dalla risposta dell’autrice, è tornato alla carica con una domanda più tecnica e, se possibile, ancora più intelligente; la domanda, appunto, di uno scrittore in erba.
4. Cosa può imparare un aspirante scrittore dal confronto con autori da tutto il mondo?
Ognuno trarrà dall’incontro ciò che la sua sensibilità e il suo gusto gli consiglieranno, ma in linea di massima direi che un incontro del genere ha due importantissime motivazioni: la prima sta nel dimostrare che gli scrittori e le scrittrici non sono entità astratte da osservare con un cannocchiale, ma corpi vivi e dubitanti che abitano nel mondo reale (quasi tutti, diciamo), che possono essere studiati e interrogati da vicino. La seconda è che il mondo della letteratura è più vasto di quello che pensiamo, fatto di concetti, temi, stili e strutture di cui non sospettavamo neanche l’esistenza. Se gli allievi e le allieve vorranno farne parte dovranno tirarsi su le maniche e allenarsi: allo studio, certo, ma ancora di più alla curiosità e al coraggio.
> Per partecipare ai prossimi incontri di Taccuino, basta prenotarsi all’email eventi@libreriaverso.com e acquistare un libro dell’autore o dell’autrice ospite.